sabato 11 settembre 2010

Per Leo


Sabato Undici Settembre Duemiladieci
Banchina di Formia, ore 00,05
Sono in banchina a Formia, preparo Amorgos, progetto il mio prossimo viaggio.
Ma ora Voglio raccontare una storia.
Meltemi
Il primo incontro con lui ad Amorgos è da subito impose la sua forza, presente ovunque e dovunque, notte e giorno, padrone incontrastato e allo stesso tempo compagno di viaggio.
Misi piede a terra la prima volta ad Amorgos diversi anni fa è fu subito amore.
Ricordo con quanta frenesia, come quando aspetti che la donna a te cara si conceda, presi un aereo per tornare a Formia, il tempo di riempire la sacca e via, si parte, chilometri dopo chilometri, il Cilento, La terra di Basilicata, La Puglia e la nave che da Bari mi porta ad Igoumenisa. Terra greca, anche la mia moto avverte la differenza, Ioannina, le Meteore e tanti altri bellissimi posti, ma non ho tempo per loro, Amorgos mi aspetta con i suoi colori, i suoi profumi, conoscerò la sua gente.
Arrivo di notte e mi fermo a dormire in tenda con una coppia che ho conosciuto sul traghetto e che divide con me quel po’ di spazio che ci separa dal mare di stelle che splende sopra di noi.
E poi inizia la ricerca di una casa, della mia casa e trovo Cristophe, greco di Atene che lascia la sua città per vivere ad Amorgos, alleva Api e dipinge così come dipingevano gli antichi Egizi Tremila anni fa, graffiando e poi colorando con colori ottenuti dalla terra e dalle piante che vivono su di essa.
Lui abita di sotto e sopra mi mostra, con malcelato orgoglio, quello che vuole fittare ad una “persona giusta”, Io lo sono per lui ma è la casa che ha deciso per noi, Casa….
Riparto in moto per l’Italia, prendo la machina, dentro i miei libri, la mia musica, pasta e sugo e Tommy, il mio amico labrador e via, si riparte, Terra d’Italia, Terra Greca, Ένα πρόσωπο, μία κούρσα, Una faccia, una razza.
Inizio a conoscere la gente, ed allora incontro Dimitri, vuole essere fotografato, lo facciamo e ci chiede di mandargli le foto al suo indirizzo:
Dimitri
Chora
Amorgos
E capisci quanto sia semplice vivere qui, non il nome di una strada, niente numero civico, ne provincie, ne regioni, ne nazioni, ma solo la Gente…
Incontro la terra,
i colori, pochi ma forti,
le piante, rade ma uniche, una diversa dall’altra con la sua storia da raccontare,
e sopra tutto il Meltemi che piega tutto ai suoi capricci. Un vento che si divide, che abbracia insieme Oriente ed Occidente, e che ad Amorgos porta i profumi di entrambe le terre, dove s’incapriccia e non sa dove andare, ma sempre forte il suo ululare, notte e giorno la sua presenza al mio fianco, cammino carponi con Tommy al suo fianco, non mi sento “piegato” ma è così che su questa terra si vive,
Dan Svedese che aspetta la morte qui, Grigoria che la sera mi prepara il suo Rakomele, Gregorius che è vecchio ma ha solo trentanni e beve con me il suo Rakomele, mi guarda a lungo e parliamo, lui non capisce una parola di Italiano, io di Greco, L’Inglese qui non piace…. Ma parliamo a lungo.
Domani mi sveglierò e ascolterò ancora una volta il Meltemi.

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