venerdì 31 dicembre 2010

Nuvole sull'Atlantico

Los Cristianos
28°2'73''N  16°42'67''W
Si rincorrono, si confondono tra di loro, poche e quasi intimorite dal grande cielo.
Macchie nel blu immenso, sopra di me, intorno a me.
Il loro volo che sembra rovinare l'armonia del tutto e invece mi ricorda che nulla è perfetto.
Alan Parson suona la sua musica, il sole accarezza la mia pelle, una finestra da dove guardare l'anno che sta andando via.
Mi guardo indietro e riconosco la strada che ho percorso, la mia scia visibile ancora nel grande blu, c'è una traccia di me nel mare e lui ha lasciato un solco profondo nella mia anima.
Lontano da casa, ma mai come oggi vicino alle persone che mi vogliono bene, mai come oggi.
Si è veramente lontani solo da se stessi.
Grazie miei amici, grazie per avermi accompagnato in questo mio viaggio, io ero sempre con voi.
Un'amica speciale mi scrive "... si creano troppi castelli per tanti anni che poi all'improvviso, ti scopri esser stati costruiti con la sabbia...nulla è per sempre e niente è uguale o diverso".
Mi tornano in mente le parole di Machado:
"... Viandante, non esiste la via,
la via si fa camminando.
Camminando si fa la via
e volgendo lo sguardo indietro
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calpestare di nuovo.
Viandante, non esiste la via,
ma solo scie nel mare."

Serenità amici miei e, in prestito, Buona Vita.
A

venerdì 24 dicembre 2010

Un amore non muore mai

Sono tornato da qualche giorno a Formia per passare le vacanze di Natale con mio figlio Andrea, il 28 prenderò il volo per Santa Cruz de Tenerife dove ho lasciato ormeggiata la mia bella Amorgos.
Troverò di nuovo il dolce vento degli Alisei, il rumore delle onde che dopo miglia e miglia di una corsa libera e felice si frangono sulle coste delle Isole Canarie, il calore del caldo sole sulla mia pelle salata dagli spruzzi del mare.
Tornerò presto in sintonia con la mia barca, gli spazi piccoli torneranno ad ampliarsi, i ritmi della mia vita saranno scanditi da cose semplici ma non per questo banali.
Ma oggi, il mio cuore, la mia anima, sono mossi da un vento diverso, il vento delle emozioni.
Un vento nato poche ore fa, inatteso ma non per questo sconosciuto, che ha preso forza portando il mio cuore subito al largo, lontano dalle coste e da chi potrebbe cercare di trattenere la sua corsa.
E lì, cullato dalle onde, il mio cuore libera le emozioni, nate da un filo di voce tornato a galla, senza più paure, aspettative, rimorsi...
Una barca sulla cresta più alta del suo orizzonte, che rimane in bilico tra il soffio del vento e il ruggito dell'onda, Un cuore, alto sul suo orizzonte, in bilico tra libertà ed amore....
Un equilibrio possibile, che eleva anima e corpo e riflette la felicità del viaggio che ha percorso, un viaggio che non è ricerca ma scoperta.
Felicità amici miei e, in prestito, Buona Vita.
A

mercoledì 1 dicembre 2010

Uomo a terra, si salvi chi può


Non so più che giorno del Duemiladieci
Posizione (sempre quella) 28°44’47’’N  13°51’85’’W
Fuerteventura (Canarie)
Mi ricordo che nei miei sogni da bambino e poi da adolescente quando pensavo al mare lo facevo sempre con un certo timore, che dire poi di quando una decina di anni fa mi ricoverarono in ospedale dopo che, riuscendo a tirar fuori dal mare mio cognato dalle onde di Torre Scissura, mi erano completamente usciti gli occhi dalle orbite nel pieno di una crisi di ipoventilazione (si dirà così, boh).
Ed allora il solo pensare a quell’avvertimento, che tutti noi che andiamo per mare speriamo di non dover mai dare, “Uomo a mare” mi si torcevano le budella.
Ma oggi, dopo aver iniziato a conoscere il mare ed a riavvicinarmi a lui, c’è un avvertimento che mi incute un timore ancora maggiore:
Uomo a terra.
E ci sono tanti buoni motivi per aver paura dei terricoli e delle loro abitudini.
In primis perché l’uomo a terra si impigrisce, mangia a quattro palmenti come se l’indomani non ci fosse più cibo da ingoiare, per andare a prendere il latte, 50 metri da casa, prende la macchina e fa tre volte il giro dell’isolato per trovare parcheggio, cammina a testa bassa, evita di guardare gli altri negli occhi e, sopratutto non sorride quasi mai, litiga con il o la compagna, consuma il divano, si sveglia arrabbiato.
In secondis perché l’uomo a terra guarda la TV,  guarda il TG1, e guarda il TG2, e guarda il TG3 e tutti gli altri, e poi Ballarò ed anno zero, Fazio e Saviano ed inizia legittimamente a pensare che glielo stanno mettendo nel didietro, ma poi sente la Clinton che ci dice che Berlusconi è amico suo, e poi legge Feltri e Compagni, ricade in confusione, smette di pensare e continua a prenderlo nel didietro (sarà che inizia a piacerci).
In terzis, quattro e cinque perché i terricoli lavorano, tutti i giorni per poi consumare quello che guadagnano e poi riprendere a lavorare e cosi via, perché ci sono i negozi con tante belle cosine da comprare, e se lo dimentichi te lo ricorda la Pubblicità che ti dice che se non hai quel profumo non ti s….rai mai quella donna, se non hai quell’orologio non sarai mai un uomo di “successo”, se non compri quei pannolini tuo figlio crescerà con evidenti disturbi psichici, e poi…. Il Telefonino, l’oggetto che più di tutti gli altri ti avvicina a Dio.
Ed allora di nuovo a lavorare…
Ed io come tutti, in questi giorni passati al porticciolo di Corralejo, mi sono fatto riprendere da questi meccanismi, è ora di riprendere il largo,
Forza amici miei, c’è la possiamo fare
Hasta Luego

PER COLORO CHE SONO AMICI

Non lasciarti sgomentare
Dagli addii.
Un addio è necessario
Prima che ci si possa ritrovare.
E il ritrovarsi è certo,
dopo momenti o intere esistenze,
per coloro che sono amici.

R. Bach