mercoledì 11 maggio 2011

L'Ultima Traversata con Amorgos



Rimango felice perchè mi tornano alla mente le parole di qualcuno che diceva che la vita, il viaggio è un continuo divenire. Rimango felice perchè sono ad Alghero e mi godo il sole sul mare. Rimango felice perchè ho vicino persone a me care. Ma sono giorni ormai che la mia felicità è venata da una vena di malinconia. La consapevolezza di aver terminato un rapporto molto forte, la storia di Antimo con Amorgos.
Ebbene sì amici miei, mentre vi scrivo seduto nella dinette di Amorgos, con le cime assicurate a terra, sono consapevole che non ci sarò più io a scioglierle ed a permettere ad Amorgos di rincorrere il vento.
Amorgos non sarà più la mia compagna di avventure, di viaggi, non solcherà più con me le onde dei mari, non esisterà più sole che ci scalderà,
Addio Amorgos.
Da oggi sarò al timone di un Grand Soleil 46, una splendida imbarcazione a cui devo e voglio dare una nuova anima, meno bella.... più bella.... non so ma sicuramente un'altra storia da raccontare.
Sto cercando un nome da dargli, se avete emozioni da farmi condividere con i vostri nomi fatelo,
Vi aspetto
A









lunedì 9 maggio 2011

Ritorno in Italia


Alghero
40°33'751'' N - 8°18'860'' E

La fine di un viaggio, il mio ritorno in Italia.
Cerco di scrivere raccontandomi ma le emozioni del viaggio mi assalgono, difficile metterle in ordine. Come sempre quando mi emoziono la mia pelle diventa a buccia d’arancio, ed ora lo è.
Seduto in pozzetto, la barca con le cime a terra, la musica che accompagna le mie emozioni, il sole che cala… Tra poco finisce che sono buono da spremere.

Genova, Marzo 2010,
Incontro Amorgos, un amore a prima vista e subito partiamo insieme, scirocco forte si attende per la partenza e poi Portofino, Capraia,l’Elba, l’Isola del Giglio, Montecristo, Giannutri ed ancora piu giù Palmarola, Ventotene e Ponza.

Formia, Giugno 2010
Arrivo a Formia sistemo la mia Amorgos e parto di nuovo, Rotta per Sud e lascio dietro la mia poppa Ischia, Procida, Capri, la costiera Amalfitana e poi il Cilento.
Acciaroli, Maratea e Tropea da dove parto per le Eolie.
Stromboli, Panarea, Lipari, Vulcano, Salina, Alicudi e Filicudi e via alla ruota verso Milazzo e tutta la costa Nord della Sicilia fino a Palermo.



Trapani, Agosto 2010
Mi aspettano le Egadi, Favignana, Marettimo, Levanzo e poi rotta verso Nord con Ustica e ritorno alle Eolie.

Formia, Ottobre 2010
Risistemo un po’ Amorgos e si riparte:
L’Arcipelago della Maddalena, Bocche di Bonifacio, Baleari, Cartagena, Gibilterra, Casablanca, Canarie.














Canarie, Aprile 2010
Rotta per Madeira, poi a Levante verso Gibilterra, di nuovo il Mediterraneo ed eccomi arrivato ad Alghero.

Quante emozioni da portare per sempre con me, come dimenticare i posti, le facce, i sorrisi e quel parlare fatto di tante lingue mischiate tra loro.
Tanti e troppi sono le persone ed i luoghi che ho incontrato, con cui non ho scambiato nemmeno la mail, non c’è n’era bisogno, chi si muove prima o poi si rincontra.

L’anno che è passato è stato il più bello della mia vita, Un Anno in Ciabatte!

Ma il Viaggio continua, Amorgos è cresciuta è continuando la rotta verso Levante quest’anno incontrerà se stessa ad Amorgos.
Il Viaggio non finisce mai,
Buona Vita
Antimo

giovedì 7 aprile 2011

Non Ora

Scrivere del mio rapporto con il Mare, dei giorni passati a bordo di Amorgos è un pò come raccontare di un amore nella sua più profonda intimità, di momenti semplici in cui vivere dolci emozioni. E' difficile scriverlo, descriverlo. Ma poi il Mare ti regala dei momenti, ed altri se ne prende, dove le emozioni diventano lettere, è più facile scriverle.

Isla Graciosa, Canarie:
Dolcissima isola a nord delle Canarie dove trascorriamo alcuni giorni camminando tra lagune interne che si spingono fino alle pendici di un Vulcano, colori incredibili che si fondono e ci rendono felici. Baie incontaminate dalla presenza di esseri umani affacciate su placide acque, altre esposte ai venti ed alle onde del grande Oceano.
Paelle squisite e pedalate in bicicletta, ci prendiamo cura di noi per la traversata che ci aspetta, ci prendiamo cura di Amorgos, guardiamo le previsioni che ci dicono di rimanere li, non si esce con il Nordest che ci soffia in faccia con forza per centinaia e centinaia di miglia.
Io, Marco, Orlando, Paola e Roberta attendiamo che il Mare ed il Vento ci diano segnali propizi.
Ma non arrivano.
Allora decidiamo per un bordo di 265 miglia con rotta 250° per dirigerci a Madeira e con la speranza di incontrare venti favorevoli.
Due giorni e due notti di bolina larga su un mare non formato, piacevoli sensazioni. Al traverso a circa 50 miglia da noi il gruppo delle Isole Selvagge, Selvagem Grande, Selvagem Pequena, Ilheu de Fora, Ilheus do Norte.
La tentazione di virare è grande ma ... siamo in 5 a bordo, tiriamo dritto.
Madeira:
Dolce e bella Isola dove passiamo alcuni giorni scoprendo le bellezze dell'Isola, la sua bellissima e dolcissima frutta, il delizioso baccalà, e sempre gli occhi alle previsioni, nulla di buono ancora nonostante il lungo bordo.
Orlando e Roberta ci salutano, tornano in Italia, le previsioni ci parlano di un Nordest in diminuzione con rotazione a Nord. Prepariamo Amorgos, facciamo cambusa, tanta frutta e baccalà, e siamo pronti per partire, 567 Miglia con rotta 67° per raggiungere lo stretto di Gibilterra, 5-6 giorni di navigazione prevista.
Lasciamo Madeira il pomeriggio del 31 Marzo non senza qualche rimpianto, l'Isola meritava ancora un pò del nostro tempo, ma il Mare ci dice che è ora di andare.
Navigazione Oceanica:
Giorni e Notti che si alternano con ritmi sempre uguali, i giorni si confondono, fatichiamo ad uscire da Madeira per i venti che girano intorno all'Isola, poi incontriamo  Vento favorevole e incominciamo a risalire, guadagnando gradi che possono tornarci utili.
Indossiamo le cerate, il Mare è formato, non le toglieremo per tutta la durata del viaggio.
Come dimenticare la notte in cui il Cielo ed il Mare sono diventati un tutt'uno, stelle sopra e stelle sotto lo scafo, il plancton che illuminava la nostra scia, un alone magico che permeava tutto lo scafo e l'equipaggio. Amorgos di bolina  fendeva le grandi onde oceaniche come se non avesse fatto altro da quanto nata.
Le onde incominciano ad entrare in pozzetto, ci bagnamo, abbiamo freddo ma la vista delle tante tartarughe che incontriamo ci rincuora e ci fa sentire meno soli.
L'alba di uno dei giorni ci regala, abbastanza da vicino, la vista di un enorme spruzzo d'acqua che esce dal mare e sale alto nel cielo. Una grande balena, il mio primo pensiero è quello di sperare che ci passi distante, ma dentro di me bramo dalla voglia di vederla vicina. E poi altri spruzzi che si confondono nel cielo plumbeo di questi giorni, siamo sulla rotta delle balene.
Le onde crescono, siamo costantemente sommersi dagli spruzzi, chiudiamo tutto ma l'acqua entra anche in dinette, Amorgos continua a risalire in bolina stretta, tutto diventa difficile, mangiare, andare al bagno, cambiarsi, tutto è bagnato.
Ed allora ecco che un passero incomincia a girare intorno ad Amorgos, è stremato, non riesce più a volare, si poggia su di noi, all'inizio è spaventato ma poi piano piano inizia ad avere fiducia, posandosi definitivamente su Amorgos, si riposa, ci fa compagnia, siamo tutti stremati e sottoposti al volere del Mare.
Siamo risaliti fino ad avere lo stretto a 95°, chiamo Orlando dal Satellitare per avere un meteo aggiornato. ci dice che fino a domani c'è un Nordest che  gira ad est forza 7.
Faccio due conti, siamo in tempo per arrivare a Tarifa prima che giri, in alternativa il porto di Barbate, 10 miglia a nord dello stretto affacciato sull'Atlantico.
Il mare ci regala un serata deliziosa, le onde si calmano forse perché coperti dalle coste del Portogallo, il tramonto è di quelli che non si scordano, riacquistiamo un pò di forze.
Ore 4, 50 miglia dallo stretto:
Tutto cambia, il vento rinforza e gira a Levante, l'onda cresce velocemente, Randa e motore per cercare di risalire. Duro, durissimo, siamo tutti molto provati, decido di mettere la prua a Nord, si scatena l'inferno, strambiamo, prendo un colpo al braccio, strani pensieri vengono a galla.
Lo stretto è sbarrato, ci ha stappato via come un tappo di sughero dal collo di una bottiglia di spumante, onde enormi si frangono sulla barca.
Il porto di Barbate, impossibile da raggiungere. Saliamo ancora, 40 miglia verso nord, Cadice è al traverso, decido di risalire ancora 20 gradi per avere una bolina larga per tentare di raggiungerlo, guardo le onde, sento il vento, niente da fare si sale ancora verso il Portogallo.
Siamo esausti.
Lottiamo per sopravvivere, lo sappiamo tutti guardandoci negli occhi.
Il Mare comanda, ci porta a Palos de la Frontera, il posto da dove Colombo partì con la Pinta, la Nina e la Santa Maria per le Indie.

A bordo c'è Paola, è nata a Genova, coincidenze?
Non Ora
Entriamo nel canale, non era il nostro tempo per rientrare nel Mare Nostrum.
Grande Mare, grande palestra di vita, Grande Amorgos.
Chiudo con i versi di Antonio Machado
Buona vita, A
Viandante,
sono le tue orme
la via, nient’altro;
Viandante, non esiste la via,
la via si fa camminando.
Camminando si fa la via
e volgendo lo sguardo indietro
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calpestare di nuovo.
Viandante, non esiste la via,
ma solo scie nel mare.

martedì 8 marzo 2011

Profumo di Mediterraneo

Lanzarote 28°54'95''N - 13°42'30'' W
E' tempo, il profumo della primavera che inizia a sprigionarsi a Levante incomincia a richiamarmi verso le dolci e placide acque del MEDITERRANEO. Casa mia, dove non capisco i venti come girano, ho sempre una onda corta e frangente che sbatte sulla mia prua ma, è sempre casa mia.  Ho incontrato tanti navigatori che solcano le acque dell'Oceano da tanto tempo ma, incredibilmente, quasi tutti non hanno mai bagnato il loro scafo nel Mediterraneo, colpa dei venti e del mare incontrollabile, colpa dei costi proibitivi delle marine, colpa forse della loro "Ignoranza" ma.... quanto è bello navigare anche nel Mediterraneo.
Ed allora dopo un trasferimento di circa 350 miglia in solitario, solcando il grande mare dell'Oceano Atlantico, le grandi Onde, i suoi maestosi Venti (tranne quando mi servivano veramente per un guasto al motore a 300 metri dalla costa su un fondale infido pieno di secche, 5 miglia fatte in 7 ore con vele tutte spiegate, pinneggiando con la barra e .... pagaiando sporto dalla falchetta), eccomi ridotto così, Sfatto ma Soddisfatto.

Ed allora continuo a godermi questi ultimi giorni in Oceano tra le meravigliose Isole di Lanzarote e Fuerteventura, incomincio a pianificare la traversata di ritorno e dentro me sale la voglia di incontrare ancora gli affetti a me cari, le mie amiche, i miei amici, mio figlio, la voglia di navigare ancora nelle bellissime Pontine, nella Flegree, nelle Eolie dove ho iniziato questo mio viaggio e poi le Ioniche greche, il Peloponneso, le Cicladi ed Amorgos in particolare, il Dodecanneso, Creta...
Wow il viaggio continua.
Buona vita
A

mercoledì 23 febbraio 2011

Tecnica di ormeggio di Vela Latina

Porto di Vueltas, un muraglione con una scaletta scolpita dentro per salire in banchina quando la marea scende. L'alta marea sale fino a 3,20, quindi grandi dislivelli tra alta e bassa.
Ne consegue che le cime devono essere regolate spesso per evitare che in alta la barca sia troppo lontana dal muraglione e che in bassa le cime strappino sulle bitte "appendendo" letteralmente la barca.
Altra conseguenza a cui si incorre è lo sfregamento massivo delle cime in banchina, sopratutto in bassa.
Ed allora... cosa fare
Far lavorare le tre cime sulle drizze in modo da eliminare lo sfregamento e ridurre di molto il lavoro di regolazione.
Grande scuola di ormeggio di Vela Latina
le due drizze usate per la cima centrale e di prua 
la drizza usata per la cima di poppa

vista d'insieme delle tre drizze con relative cime