Sabato Ventotto Agosto Duemiladieci
Posizione 38°32’78’’N 14°21’31’’E
Salpiamo di buon’ora per Alicudi. Un bel Traverso ci spinge fino ad Alicudi, che già da lontano inizia a mostrarsi nella sua selvaggia e primitiva bellezza, un cono vulcanico che sorge dalle acque e niente intorno per miglia e miglia.
Siamo indecisi se cercare di dare fondo o appoggiarsi al piccolo moletto, visto che tutta l’isola non offre nessun ridosso da qualsiasi vento seppur minimo.
Decido per il moletto ed è la scelta più saggia. Ci permettiamo di vivere l’atmosfera magica di questa isola che in questo periodo non vive assolutamente di turismo.
E’ qui su quest’isola riaffiorano alla mente vecchi pensieri, così come la prima volta che misi piede ad Amorgos, la sensazione di aver poggiato i piedi su una “terra” che sa accogliermi, colori forti e profondi, gente semplice con cui parlare di storie “semplici”, dei capperi da vendere, della pesca della prossima notte, dell’orgoglio di raccontare della festa del loro Patrono “San Bartolomeo”.
E poi le storie tipiche di una piccola Isola, della casa di Pasquale dove ti fa da mangiare, di Francesco che ospita per la notte, dei muli che ti portano su fino in cima, del mare che tra poco inizierà ad ingrossarsi… ed allora penso che vivere del tempo qui è un regalo che faccio alla mia anima, svegliarmi la mattina ed incontrare le facce di ogni giorno, fermarsi a parlare di storie e di quello che accadrà, sempre le stesse e sempre le stesse cose, ma giorno dopo giorno un piccolo particolare le rende vive, ed io potrei sentirmi bene.
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